The Floor Is LAVA(PIU) di Davide Mancini Zanchi
Il 5 ottobre 2024, presso LAVAPIU, si terrà l’inaugurazione dell’opera site-specific The Floor is lava(più), dell’artista Davide Mancini Zanchi.
L’opera ambientale occuperà interamente il pavimento della lavanderia, che verrà rivestito da una superficie pittorica. L’intervento di Zanchi è ispirato ad un gioco per bambini molto diffuso, solitamente dedicato allo spazio domestico, in cui si immagina che alcune zone del pavimento siano aperte su un abisso di lava e che, per mettersi in salvo, si debba saltare atterrando in equilibrio da un punto strategico all’altro della stanza: un mobile, una sedia, alcune mattonelle stabilite in precedenza, e così via.
Che si tratti di una strategia ludica per combattere la noia dei pomeriggi al chiuso in casa, o di un processo di auto-alfabetizzazione al pericolo e all’avventura, il gioco è declinato in infinite varianti in giro per il mondo. La sua origine letteraria, presumibilmente, risale al 1958, quando lo scrittore Roald Dahl pubblica un breve racconto, intitolato “The Wish”, in cui un bambino dai capelli cerulei e dal mento appuntito deve attraversare un tappeto di lava nera e serpenti velenosi. Molti anni più tardi, nel 2017, “The floor is Lava” diventa una challenge virale sui principali social network. Accade in seguito alla pubblicazione di alcuni video da parte di due attori inglesi, Kevin Freshwater e Jahannah James, che, all’improvviso e nei luoghi pubblici più disparati, sfidano i loro amici a mettersi in salvo da una lava immaginaria, allontanandosi dal pavimento entro cinque secondi.
Per Davide Mancini Zanchi questo gioco diventa il pretesto per realizzare una grande tela ambientale, di 4 metri per 7, in cui riportare con la pittura la texture di materiale vulcanico. Con questa semplice e immaginifica operazione, Zanchi trasforma uno spazio commerciale automatizzato in un pericoloso scenario pieno di insidie:
“La mia pratica artistica sboccia dentro lo spazio espositivo, perché se è vero che sono una specie di pittore – mi dicono metapittore – io preferisco essere pittore a metà, ed è nel rapporto con lo spazio che mi interessa lavorare. La mia concezione di lavoro è atemporale e non aderisce necessariamente alla nostra realtà quotidiana. Ci sono cose che mi colpiscono e che vado a strutturare per condividere con gli altri le mie domande e miei dubbi (o forse solo delle cose che mi immagino)… a volte mi piace anche giocare con queste cose. Poi mi annoio e cambio gioco, gioco sempre seriamente però! Usualmente non si cammina su un quadro, i quadri sono delicati e si rovinano se vengono toccati… così in questo caso le persone che dovranno portare i panni a lavare saranno obbligate a camminarci sopra: state attenti però, perché sul pavimento c’è la lava. Sul vetro andrà appiccicata l’immagine di un vulcano in eruzione; non potrebbe esserci altro, anche perché io sono molto ordinato e poco fantasioso per questo penso che l’immagine fuori faccia capire cosa è successo dentro. No? Con il passare del tempo il dipinto-tappeto-lava si usurerà, meglio!”
L’installazione sarà fruibile per un periodo limitato, a causa della sua natura effimera e deperibile
La mostra fa parte della quarta stagione espositiva LAVAPIU, ospitata nell’omonima lavanderia a gettoni del quartiere Gammarana a Teramo, intitolata Decentramento.
Davide Mancini Zanchi, figlio dei suoi genitori, nasce ad Urbino il 26 giugno 1986. Nei primi anni duemila frequenta la scuola d’arte, ma è dal 2004 che si concentra sul fare pittura. Frequenta poi l’Accademia di belle Arti e nel 2014 è ospite della DENA Foundation per un progetto di residenza a Parigi. Sempre nel 2014 comincia ad esporre il suo lavoro in mostre personali e collettive. Pochi anni dopo inizia a collaborare con Pier Paolo Calzolari con il quale il rapporto è tutt’ora aperto e costante. Nel frattempo vanno accennate mostre come “toys are us” alla A+B Gallery di Brescia, “da che mani vidi Zan Cin” alla Otto Gallery di Bologna, “Mira il mare mà lè” al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, “No diamond in the sky” alla Fondazione Pastificio Cerere di Roma e “Coba Coba” presso Megadue a Bologna. Inoltre nel 2020 è stato premiato con l’Italian Council per un progetto di scambio culturale in Urugay che lo ha visto un mese in residenza a Montevideo. Nel 2022 è uscito “MONOCHROMO”, un libro monografico edito da Cura.books, che riporta il suo percorso artistico. Oggi vive e lavora ad Acqualagna, un paesino tra il mare Adriatico e le montagne dell’Appennino, prosegue la sua ricerca artistica ed è docente di Pittura all’Accademia di belle Arti di Reggio Calabria.
Celeste è un progetto curatoriale post-pandemico e pro-apocalittico avviato nel 2021 dallɜ artistɜ Alessandro Di Massimo e Claudia Petraroli, arricchito dal 2023 dall’ingresso di Andrea Marinucci. Celeste nasce dal desiderio di portare i linguaggi dell’arte contemporanea in luoghi periferici, precari, lontani dai grandi centri. Fin dagli esordi, si orienta per modalità sostenibili di esposizione,utilizzando un format riproducibile, attento alla circolarità delle risorse.
Con il progetto Decentramento Celeste decide di intervenire per la prima volta nel centro cittadino. Le prime esposizioni in programma per il 2024/2025 avranno luogo presso la lavanderia a gettoni del quartiere periferico della Gammarana, mentre la mostra conclusiva avrà luogo in uno spazio commerciale inutilizzato nel centro storico di Teramo, creando un doppio movimento che riconnette le due anime del territorio. In questo senso, la nostra attività curatoriale ha intercettato il desiderio dell’amministrazione comunale di reagire con una risposta culturale alla dispersione del centro storico. Nello specifico, il titolo Decentramento da un lato si ricollega alla nostra pratica politica di “esaltazione del margine”, di lavoro sulle periferie; dall’altro riflette su un fenomeno di migrazione interna, verificatasi in seguito a eventi specifici (crisi economica e denatalità, fenomeno sismico) dal centro storico a favore delle zone periferiche del teramano. Con il programma curatoriale di quest’anno intendiamo riportare le energie creative della periferia verso i luoghi centrali della città, riaffermando la nostra volontà di mettere in discussione i confini sociali e culturali che ci spingono a vivere le nostre città come spazi di consumo.
05/10/2024 – 25/1/2025
Ore 18.00
LAVAPIU, Via Nicola Castagna 9, 64100, Teramo
Celeste è un progetto realizzato da Sunistema APS.