A cura di Celeste
08.03 – 08.04.22
LAVAPIU, Via Nicola Castagna 9
Teramo
“Le immagini che presento per LAVAPIU sono un collage digitale realizzato partendo da fotografie personali che due abitanti di Teramo, Fabio e Silvia, hanno condiviso con me. Ho chiesto a entrambi di mandarmi immagini che facessero parte dei loro ricordi familiari e non, legati specificamente alla città e al territorio. Ho voluto che loro stessi decidessero che tipo di foto mandare, dando libertà sia sul tema che sulla data delle fotografie. Ho raccolto così molto materiale, che parte circa dagli anni 40 arrivando alla contemporaneità. Il lavoro che ho svolto è stato un accostare, ritagliare e cucire insieme tutti i loro ricordi, fino a rendere i limiti tra le loro storie sempre più sottili, lasciandoli mescolarsi per creare immagini singole, costruite seguendo la mia sensibilità rispetto al colore e alla forma di paesaggi, interni di case, visi e corpi. La memoria così si fa tutt’uno, i ricordi si confondono, diventano parte di un panorama emotivo comune, dove ognuno rivede ciò che vuole: i propri cari, gli amici, i luoghi della propria infanzia e gioventù, il passato recente e quello più lontano, che abbiamo conosciuto soltanto sugli album di foto; ma anche possibilità mai realizzate, vite parallele, universi futuri e non ancora attuati. Le immagini risultanti sono instabili, un panorama visivo di tenerezza e nostalgia sospeso in un tempo non definito.”
Maria Vittoria Cavazzana
Maria Vittoria Cavazzana (1993) vive e lavora a Venezia. Si laurea in Arti multimediali (Iuav, Venezia) e studia al Chelsea college of arts di Londra.
Tra le mostre a cui partecipa, si ricordano: Palazzo Contarini del Zaffo, Venezia (2017), 101esima collettiva giovani artisti (Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, 2017), London Grads Now (Saatchi Gallery, Londra, 2020).
La sua pratica si basa su una ricerca teorica e formale che pone ambiguità, trasformazione e metamorfosi come elementi centrali rispetto ad un percorso di ricerca identitaria che avviene tramite il contatto con l’Altro, attraverso rituali esoterici e l’immersione nell’inconscio e nella memoria collettivi e personali. Mediante performance documentate, manipolazione di tessuti e fotografie, creazione di oggetti ha lavorato con la ritualità e la magia percorrendo la linea sottile che unisce la pulsione erotica e il desiderio di morte canalizzandolo in forme tangibili, benché spesso deperibili, modificabili e sfuggenti. Integrato rispetto alla sua pratica, è il femminile: magia erotica, forza primitiva, tema sociopolitico e filosofico.