A cura di Celeste
14.07 – 14.09.23
LAVAPIU, Via Nicola Castagna 9
Teramo
La fine del mondo è una giostra perfetta
Mi scoppia nel cuore la voglia di festa
La fine del mondo, che dolce disdetta
Mi vien da star male, mi scoppia la testaCiao ciao, La rappresentante di lista
LET’S DESTROY THE EARTH BUT KEEP HUMANS di Keith Farquhar (Edimburgo, 1969) è l’ultimo dei quattro interventi di LAVAPIU 2022-23. Abbracciando lo statement post-apocalittico del progetto, Farquhar presenta un lavoro realizzato nel 2003, riproposto come doppia vetrofania sulle vetrine della lavanderia, che oggi torna attuale in un modo inedito. Tratto da una serie di collage assemblati agli inizi dei Duemila “intuitivamente, velocemente e con irriverenza”, nel 2011 LET’S DESTROY THE EARTH BUT KEEP HUMANS è parte di DYSTOPIA, una mostra a cura di Alexis Vaillant e basata su una storia di Mark von Schlegell, scrittore americano di sci-fi, esposta presso il CAPC, Musée d’art Contemporain di Bordeaux.
Nel collage l’artista scozzese associa la fotografia in bianco e nero di una giovane Joan Bakewell, giornalista e volto noto della tv britannica fin dagli anni Sessanta, a un balloon tracciato a pennarello, che sembra uscire dalle sue labbra. Come in un film della nouvelle vague, la donna fuma una sigaretta, seducente e sicura. Il messaggio nel fumetto, però, contrasta decisamente con l’umore di Bakewell. Farqhuar trova l’esclamazione in un disegno del figlio allora decenne di un suo amico: nello scenario di una enorme guerra spaziale, un cattivissimo comandante dà l’istruzione di distruggere la terra e di fare gli umani prigionieri, senza eliminarli. Visto oggi, a vent’anni di distanza, questo appello può apparire paradossale. Con un pianeta al collasso proprio a causa dei sui abitanti più infestanti – gli esseri umani – chi avrebbe lo stomaco di salvarci? D’altra parte, personaggi come Elon Mask, Jeff Bezos e compagni, i responsabili acceleratori della distruzione ecologica, riescono addirittura a monetizzare l’estinzione, rendendo concreta la possibilità di una migrazione dello spazio, in cerca di nuovi pianeti da colonizzare.
In occasione della mostra di Keith Farquhar, Celeste ha invitato il filosofo Franco ‘Bifo’ Berardi a scrivere un testo. L’autore ha generosamente risposto. Il brano si intitola Disertare il deserto.